giovedì 22 settembre 2011

Tutto finisce

Esplorando l'obelisco gli investigatori sono entrati in una sala ognuna più spaventosa dalla precedente: l'ultima era una sorta di piscina con al centro una fanghiglia che sembrava  muoversi debolmente verso gli investigatori. Superando celermente la stanza i personaggi si sono trovati d'innanzi ad una cosa che non poteva esistere razionalmente neppure in quel luogo che violava le leggi della natura.
Davanti a loro c'era Starkweather o meglio la sua testa, inserita in una orribile composizione che sembrava la macabra opera d'arte di quelle creature antiche: un enorme manufatto costruito con decine di teste recise ancora vive formava una muraglia vivente. Alcune erano pinguini albini, altre erano "teste" decomposte ma una testa, quella del capo esplorazione, pareva osservarli e non vederli nel mezzo di quel sovrapporsi di follia inimmaginabile.
Acacia Lexington mossa da una specie di follia o di pietà si è mossa verso il muro e con un colpo del suo bastone animato ha reciso l'impetosa testa di quello che un tempo era stato il suo nemico.
Quel gesto misericordioso ha messo a riposo quello che forse non era più il loro vecchio compagno.
Ma gli investigatori non hanno potuto commiserare a lungo lo scomparso: il pavimento ha tremato e quindi il gruppo ha iniziato a dirigersi verso l'uscita.
Quando pochi metri mancavano 2 creature antiche si sono avventati su di essi come per cercar di "riparare" la scultura con del nuovo materiale vivente divenuto così "disponibile" dopo millenni di silenzi nei ghiacci. Il gruppo ha aperto il fuoco con tutto quello che avevano a disposizione: pistole, fucili, shotgun ed addirittura un mitragliatore Thompson. Così facendo i 2 antichi ed un pilota vittima del fuoco amico sono caduti a terra.
In quell'attimo Burt si è reso conto di cosa era realmente accaduto: durante lo svenimento era entrato in simbiosi con l'obelisco assorbendone i segreti ivi celati. Gli investigatori, staccando la testa, avevano come aperto un pertugio in una antica prigione: l'obelisco era in realtà una barriera per salvare la città degli antichi, da una divinità antica proveniente da oltre le stelle.
Adesso Acacia con il suo gesto sconsiderato e dettato dall'emozione aveva appena condannato l'umanità.
Nel frattempo la prigione è divenuta instabile e per un attimo hanno iniziato a piovere all'esterno delle pietre nere mentre l'obelisco per un attimo ha lasciato posto al Dio Senza Nome, L'imprigionato, Colui che viaggia coprendo le stelle. Quel breve attimo è bastato per far uscir di senno tutti coloro che erano vicini agli aerei: Josuè Green, Halperin il pilota della spedizione Moore-Starkweather e Baumann il pilota tedesco. Così alla fine rimaneva un unico pilota. Ma dove scappare? Il fuggire sarebbe stato solamente un ritardo dell'inevitabile.
Ad un tratto Burt ha proposto di "riparare" il muro di teschi con uno dei compagni irrimediabilmente impazzito: Baumann. Tornando dentro e lasciando Acacia e gli altri a riscaldare l'aereo, gli investigatori hanno adagiato colui che un tempo era Baumann nella stanza della fanghiglia la quale ha iniziato a muoversi ed ad avvolgere lo sfortunato pilota. Non appena la sostanza che la componeva è entrata a contatto con il corpo inerme la carne ha iniziato a sciogliersi fino a che non è rimasto uno scheletro con il viso intatto: infatti la fanghiglia una volta giunta al collo si è fermata.
Successivamente 2 antichi sono entrati ignorando gli investigatori ed hanno portato il corpo con se, probabilmente a sostituire la testa mancante di Starkweather.
Ma i problemi non sono finiti qui. Non appena gli antichi scomparivano hanno sentito il rombo di un aeroplano e catapultandosi fuori hanno assistito ad uno dei due velivoli rimasti che terminava il decollo e diveniva sempre più piccolino tuffandosi nelle turbolenze delle montagne della follia.
Come a rinfrancare i disperati eroi i tremori precedenti si sono improvvisamente fermati segno che la "prigione" era stata ripristinata con la testa di Baumann.
Se non altro l'umanità era salva, anche se non meritevole a causa di persona come Acacia che avevano abbandonato i propri compagni a morire in mezzo ai ghiacci.
Se non che ....
Lo psichiatra ha cercato di scuotere dall'apatia Halperin che era stato abbandonato in quanto non vi era più posto nell'aereo appena decollato. Grazie ad una prova eccellente il catatonico pilota è stato ridestato e messo in grado alla meno peggio di guidare Belle , l'ultimo velivolo rimasto e tornare al campo base.
Lì si sono accorti che nessun altro aereo era arrivato e che vi erano state delle forti scosse telluriche in concomitanza all'allentamento della prigione del Dio Senza Nome.
Recuperato un pilota sano di mente gli eroi hanno volato ancora alla volta della città degli antichi per recuperare parte della spedizione che era stata lasciata per problemi di spazio tra cui Moore.
Infine abbandonate le speranze di ritrovare i "traditori" si sono adoperati per richiamare la Gabrielle e porre fine alla spedizione: il professor Meyer si è messo in contatto con la spedizione tedesca e dopo un giorno l'enorme zeppelin ha fatto un rendezvous con la spedizione americana.
Infine dopo 3 giorni il campo Miskatonic era smantellato: i reperti trovati imballati ed impacchettati per il viaggio di ritorno. Dopo altri 4 giorni Gabrielle  salpava verso l'Australia, verso  la civiltà.
Solo un episodio è accaduto durante le 2 settimane di navigazione: uno dei marinai ha mostrato all'investigatore privato con un certo orgoglio una strana pietra nera che credeva fosse prezioso: la stessa pietra che era comparsa con la rimozione della testa di Starkweather.
Burt subito ha riconosciuto la "gemma" come una infinitesima scheggia del Dio Senza Nome, una sorta di seme in grado di dare origine ad una reincarnazione del Prigioniero e quindi tutti si sono organizzati all'interno della nave per trovare e recuperare le "finte" gemme.
Gabrielle. Malgrado ciò non riesco a non pensare a quel sogno che ogni tanto faccio, anche a distanza di mesi, dove nella mia testa vedo una cassa nella stiva dello zeppelin con un carico di pietre nere che sembrano i semi del Dio Senza Nome.
Tekelì Tekelì.

sabato 27 agosto 2011

L'obelisco

Durante la loro esplorazione della Città degli Antichi il Dott. Greene è scomparso e mentre gli investigatori si sono riuniti per formare una squadra di soccorso il boeing Enderby è stato scosso da una violenta esplosione.
A quel punto un uomo armato è comparso da quella direzione ed ha sparato verso i membri della spedizione fortunatamente senza colpire nessuno. Dopo poco è stato immobilizzato e reso innocuo.  Egli era il pilota della scomparsa Belle della spedizione Lexington: in realtà non era solamente un pilota la sua vera identità era di William Danforth membro della Miskatonic Expedition nonchè il responsabile dei sabotaggi subiti dalla Gabrielle nel corso della spedizione.
Nella sua follia lo scopo era di impedire che l'umanità conoscesse gli orrori che si nascondevano nell'antartide e quindi da principio aveva cercato di dissuadere l'organizzazione della spedizione fino a fingere un sabotaggio della Belle per poi giungere di soppiatto la spedizione Moore Starkweather nella Città degli antichi e distruggere entrambi i boeing.
Per cercare di recuperare equipaggiamento Starweather si è offerto volontario per esplorare a ritroso le impronte di Danforth e magari con un colpo di fortuna ritrovare anche la Belle e si è lanciato alla ricerca seguito dagli investigatori di cui solo Burt Doyle è riuscito a tenere il suo passo.
Improvvisamente 2 creature impossibili si sono avventate su Starkweather avviluppandolo ed alzandosi in volo: 2 antichi! Burt ha assistito alla scena aprendo il fuoco con il mitragliatore Tompson, purtroppo mancando il bersaglio.
Tutta la spedizione ha assistito alla scena ed è stato deciso di seguire a distanza le 2 creature per provare a salvare/recuperare la salma del capo spedizione.
E' stato quindi fatto partire in fretta e furia il boeing rimasto, poichè Enderby era ormai danneggiato oltre ogni limite, e Halperin il coopilota insieme agli esploratori ha seguito a distanza le 2 folli creature.
Durante il volo si sono accorti di essere seguiti a breve distanza pure dalla Belle.
Dopo circa 2 ore le creature si sono dirette verso un enorme monolite alto più di 100 metri e Weddel ed Belle sono atterrate in una valle poco lontana.
Incontratisi con la BFE gli investigatori hanno scoperto che Bauman il coopilota tedesco è stato in grado di riparare il danno fatto da Danforth e di ripartire quando li hanno avvistati.
I nostri eroi si sono quindi diretti verso l'obelisco ad eccezione di Halperin, Bauman e Josè Green.
Dentro l'obelisco improvvisamente Burt ha avuto un mancamento e si è risvegliato privo di ricordi.

domenica 3 luglio 2011

la città

Il 2 Dicembre gli investigatori sono tornati con i tedeschi a Camp Lake per
scoprire nell'Hangar 2 aperto grazie ai "power glove" resti perfettamente
sezionati dei cani scomparsi dall'accampamento della spedizione Miskatonic.
A quel punto Her professor Uhr ha consegnato un manoscritto appartenuto ad uno
dei 2 membri originale della spedizione (Dyer) per farlo leggere a Moore il
quale poi l'ha passato agli investigatori scoprendo cosa era successo
veramente alla vecchia spedizione (Vedi il romanzo Alle Montagne della Follia
di H.P. Lovercraft).
Il contenuto sconvolgente di quel manoscritto ha dato lo spunto per esplorare
una antica città su un altopiano in mezzo alle montagne dell'Antartide e la
spedizione si è attrezzata una volta ritornato Starkweather per volare fino
laggiù.
Atterrati nella città si sono accorti che belle il mezzo con a bordo i tedeschi ed Acacia è mancante all'appello.

martedì 28 giugno 2011

I tedeschi

Il mattino presto seguente è stato interrotto dai rumori di 3 grandi aereoplani in fase di atterraggio. Di fattura tedesca erano i 3 aerei della spedizione Barsmeier-Falken un terzo gruppo di uomini interessati a sfruttare l'Antartide o almeno questo era quello che diceva her doctor Meyer ed il noto antropologo professore Uhr non appena usciti dagli uccelli meccanici.
Hanno inoltre dichiarato di aver "intercettato" le comunicazione tra le due spedizioni ora unite (Lexington e Starkweather-Moore) e di essere addirittura stati invitati da Miss Lexington per uno scambio tecnologico e di informazioni.

Grazie alla tecnologia BFE gli investigatori hanno potuto utilizzare i pugnali da ghiaccio: speciali pugnali di invenzione tedesca ad incandescenza in grado di "tagliare" il ghiaccio facilmente specie nel campo base Lake.
Ciò che è stato scoperto più che una certezza è un sospetto: tracce di sangue qua e là non hanno fatto presagire niente di buono.

lunedì 6 giugno 2011

I cilindri

Una volta composta la nuova spedizione Starkweather si è diviso dal gruppo e si è diretto con alcuni esploratori a conquistare la vetta del monte sull'omonimo ghiacciaio Berdmoore.
I rimanenti sono diretti verso il sito del vecchio campo base della spedizione Miskatonik.
Lì le cose hanno iniziato ad assumere contorni inquietanti.
Nell'accampamento abbandonato hanno trovato una fila di una dozzina di strani cilindri congelati scambiati da prima per degli Hummocks. Una volta preso un campione e riportato al campo base della spedizione Starkweather-Moore-Lexington hanno atteso con impazienza che il ponte aereo facesse arrivare i 2 medici Greene ed Antony Bryce perchè quello che sembrava un cilindro ghiacciato anche ad una prima analisi da parte di un non adetto ai lavori non sembrava assolutamente tale.
Il cilindro sembrava da prima un vegetale o un minerale di forma cilindrica alto circa due metri con delle appendici ed una protuberanza simile ad una testa. Era perfettamente conservato nel ghiaccio ed in seguito alle analisi mediche era evidente una ferita ad una seconda appendice che doveva essere stata una seconda testa. Portato nella tenda di conservazione dei reperti dopo una paio di giorni che veniva esaminata ad una temperatura più mite ha iniziato a puzzare in maniera nauseabonda ...

venerdì 6 maggio 2011

Gelida amicizia

Superata la tempesta Gabrielle ha iniziato ad avvistare i primi iceberg e la temperatura è scesa subito.
Dopo pochi giorni hanno ritrovato, ormai trasformata in una tomba di ghiaccio, la Wallaroo una baleniera scomparsa l'anno prima. Esplorandola hanno trovato tracce di collisione con una montagna ghiacciata che ha causato un'esplosione terribile. Dal diario di bordo del capitano era raccontata la tragedia per filo e per segno e veniva descritto come la maggior parte dei marinai fosse morta durante l'incidente. Accanto al diario il corpo congelato del capitano con un colpo nella nuca, auto inferto.
Continuato il viaggio nei giorni seguente si sono ritrovati nel mezzo di una tempesta peggiore di quella precedente poiché più violenta e più pericolosa grazie al ghiaccio che urtava sulle pareti.
E' stata una notte di preghiere.
Il mattino dopo gli investigatori sono arrivati sani e salvi nel Mare di Ross ed ha dovuto utilizzare lo spaccaneve (e qualche candelotto di dinamite) per farsi strada fino a giungere sufficientemente vicini alla Barriera di Ross (ovvero l'inizio della terra ferma) per iniziare lo scarico.
Sono seguiti 2 giorni ininterrotti di montaggio e trasporto dei materiali per riuscire a scaricare tutto senza rischi dovuti alla imminente rottura della crosta ghiacciata causata dalla primavera antartidea.
Purtroppo durante le operazioni un crepaccio ha inghiottito 120 barili di kerosene circa metà scorte per gli areoplani e i gatti delle nevi.
Durante la prima notte nel campo hanno intercettato una richiesta di aiuto da parte della spedizione Lexington in cui si udivano dei colpi di sottofondo ed allora Starweather ha organizzato su due piedi una missione di soccorso con 2 slitte di cani.
Arrivati dopo 8 miglia e 2 ore di tempo al campo base "avversario" hanno constatato segni di incendi e di devastazione causati dall'esplosione del magazzino dei combustibili. Interrogando i membri della spedizione è venuto fuori che due uomini siano stati colti dalla pazzia dei ghiacci ed hanno iniziato a vedere ragni ovunque, terrorizzati (ed aracnofobici) hanno esploso un paio di colpi per fortuna senza vittime sui propri compagni prima di essere fermati.
Dopo una serie di litigi tra i capi della spedizione Lexington e Moore-Starkweather i due team hanno deciso di fondersi insieme per continuare le esplorazioni.

mercoledì 6 aprile 2011

La tempesta perfetta

Tempo di imbarcarsi per l'ultimo viaggio con destinazione Mare di Ross che dopo pochi giorni il tempo è peggiorato: durante la tempesta più violente uno dei motori del Boeing si è staccato dalla sua guida ed ha creato ingenti danni.
Soltanto per accorgersi del danno che veniva compiuto è servito tutto l'ingegno e l'astuzia degli investigatori: sentirlo battere, trovarlo e fermarlo con le funi è costato un piede fratturato dell'investigatore Norris e un violento trauma del noto psicologo.